Sclerosi multipla a lavoro: i diritti e le agevolazioni | Living Like You

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Una diagnosi di sclerosi multipla non è necessariamente un ostacolo a una vita lavorativa ricca di soddisfazioni. Per una persona con SM sarà però sicuramente diversa perché, oltre a svolgere con professionalità le proprie mansioni, relazionarsi con capi e colleghi, dovrà gestire i sintomi e la loro imprevedibilità. Ogni storia di lavoro e SM è però diversa e varia da persona a persona.

In alcuni casi, quando la SM è in fase iniziale e/o controllata è possibile proseguire la propria professione, apportando qualche adeguamento, ad esempio:

  • Valutare orari flessibili o ridotti in modo da trovare il giusto equilibrio lavoro/vita. Questa accortezza, condivisa con il proprio datore di lavoro, potrebbe aiutare a gestire i sintomi della SM e ridurre lo stress;
  • Concedersi più pause per ridurre l’affaticamento e lo stress;
  • Migliorare la postazione di lavoro (uno schermo più ampio, una tastiera adatta, una migliore illuminazione, vicinanza ai servizi igienici, posto auto vicino all’entrata);
  • Informare i colleghi e il datore di lavoro, nonostante non ci sia l’obbligo di farlo, può essere utile per riorganizzare l’attività e gli spazi a beneficio di tutti

Per altre persone, invece, la sclerosi multipla, soprattutto se in uno stadio avanzato o non controllato, può essere causa di difficoltà più marcate. In Italia, il diritto al lavoro delle persone che, per le loro condizioni di salute, presentano disabilità, è tutelato in modo piuttosto efficace da politiche del lavoro tali da favorire e sostenere l'occupazione.

In particolare, la legge 68/991 ha come finalità la promozione dell'inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone attraverso servizi di sostegno e di 'collocamento mirato', con l'iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'Impiego.  Requisito essenziale, per poter accedere a questa opportunità, è il riconoscimento dell'invalidità civile, nella misura minima del 46%. Nel caso la malattia sopravvenga quando la persona è già occupata, per aver diritto all'inclusione tra le cosiddette 'categorie protette' (persone con invalidità civile;  invalidi sul lavoro con invalidità superiore al 33%; invalidi di guerra e civili di guerra; persone non vedenti, con una vista pari o inferiore a un decimo; persone sordomute; vedove, orfani, profughi, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata) in forza nella propria azienda, occorre vedersi riconosciuta un'invalidità pari o superiore al 60%.

Invalidità civile, modalità di richiesta e diritti

Per invalidità civile si intende la difficoltà a svolgere alcune funzioni tipiche della vita quotidiana o di relazione, a causa di una minorazione o di un deficit psichico, intellettivo, della vista o dell'udito.

Nel caso di una patologia come la sclerosi multipla, nella quale sintomatologia e progressione sono suscettibili di sensibili variazioni, il riconoscimento dell'invalidità civile avviene in base alla valutazione dello stadio della malattia rilevato al momento della visita.

  • La richiesta di riconoscimento di invalidità va presentata all'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), corredata dalla certificazione medica che documenta la diagnosi e la tipologia di invalidità.
  • La richiesta può essere effettuata online, utilizzando il codice PIN fornito dall'INPS, oppure attraverso l'assistenza di un patronato.
  • Entro due mesi dalla presentazione della domanda, l'INPS deve fissare la data di convocazione per la visita. Nel corso di quest'ultima, è possibile farsi assistere da un proprio medico di fiducia.
  • In seguito alla visita, l'INPS trasmette l'esito a una commissione di verifica, che può convalidarlo o contestarlo.
  • Entro altri tre mesi deve pervenire la risposta alla persona che ha fatto richiesta di riconoscimento d'invalidità.

L'accertamento dell'invalidità civile dà diritto, in misura diversa a seconda del grado di invalidità riconosciuto, a provvidenze di tipo economico (pensioni, indennità, assegni di frequenza), a prestazioni sanitarie (ad esempio l'esenzione del ticket) e assistenziali, a benefici previdenziali, all'inserimento lavorativo. Questi, in sintesi, alcuni dei principali benefici per i quali si matura il diritto in funzione del grado di invalidità:

  • dal 33% al 45%: Ausili ortopedici e protesi gratuiti
  • dal 46% al 73%: Ausili ortopedici e protesi gratuiti, iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'impiego
  • dal 74% al 99%: Ausili ortopedici e protesi gratuiti, iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'impiego e assegno mensile, variabile in funzione del reddito
  • 100%: Ausili ortopedici e protesi gratuiti, iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'impiego e assegno mensile, pensione di inabilità e, in mancanza di autonomia, indennità di accompagnamento

È importante ricordare che ad ogni mutamento dell'invalidità si può presentare una richiesta di aggravamento, seguendo le stesse modalità della richiesta iniziale.

Handicap, la legge 104/92

Accanto all'invalidità esiste l'handicap, che non è qualcosa di intrinseco alla malattia o al deficit, ma è una situazione di svantaggio che deriva dalla relazione di una persona disabile con l'ambiente esterno. Questa condizione viene riconosciuta e tutelata dalla legislazione italiana, con la legge 104/922che definisce le forme di tutela per assistere un famigliare con disabilità.

Spettano al famigliare di una persona portatrice di handicap grave:

  • un massimo di 3 giorni al mese retribuiti
  • il congedo straordinario, biennale e frazionabile, fruibile nell’arco dell’intera carriera lavorativa del lavoratore.

Anche il riconoscimento dell'handicap dà diritto a particolari benefici in ambito lavorativo, come permessi retribuiti.

Un consiglio importante: quando si presenta all'INPS la domanda di invalidità civile, è opportuno presentare contestualmente anche la richiesta di riconoscimento dell'handicap.

Le Nuove Linee guida per il collocamento mirato

Sono state adottate a marzo 2022 con Decreto Ministeriale le nuove “Linee Guida per il Collocamento Mirato delle persone con disabilità”, previste dalla legge 151/20153, che introducono miglioramenti e passi avanti per il diritto di tutte le persone con disabilità a trovare e a mantenere un lavoro dignitoso in una società inclusiva.

Tra le principali novità:

  • L’importanza dell’accomodamento ragionevole e dello smart working: in tutte le aziende che hanno in organico o vogliono inserire persone con disabilità andranno integrati in modo organico i mutamenti nati nell’emergenza pandemica (telelavoro e lavoro agile);
  • Responsabile inserimento mirato e disabilty management: una figura professionale che svolge una funzione di facilitazione/mediazione tra azienda e centro per l’impiego che interviene sia nel momento dell’ingresso della persona con disabilità nel contesto lavorativo sia nella gestione dell’ambiente di lavoro.

In breve

  • Presentando una richiesta per il riconoscimento dell'invalidità civile, la persona con SM può, se questa richiesta viene accettata, essere iscritto nelle liste speciali dei Centri per l'Impiego e accedere così al collocamento mirato.
  • L'accertamento dell'invalidità civile dà diritto all'inserimento lavorativo, a provvidenze economiche, prestazioni sanitarie, benefici previdenziali e garantisce tutele in ambito lavorativo.
  • Insieme alla richiesta dell'invalidità civile è possibile presentare quella per il riconoscimento dell'handicap, che attesta una situazione di svantaggio derivante dalla relazione della persona disabile con l'ambiente esterno, garantendo anch'esso tutele in ambito lavorativo e anche agevolazioni fiscali.

Riferimenti

  1. Legge 12 marzo 1999, n. 68 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili" (GU n.68 del 23-03- 1999 – Suppl. Ordinario n. 57)
  2. Legge 5 febbraio 1992, n. 104 “Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” (GU Serie Generale n.39 del 17-02-1992 - Suppl. Ordinario n. 30)
  3. Legge 14 settembre 2015, n. 151” Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183 (GU n.221 del 23-09-2015 - Suppl. Ordinario n. 53)
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